mercoledì 23 settembre 2009

APPELLO A BERSANI E MARINO


NON SPRECHIAMO SOLDI IN PUBBLICITA' PERSONALI

Cari Pierluigi e Ignazio,
Da diversi giorni mi arrivano messaggi da iscritti ed elettori di tutte le regioni italiane che lamentano l’affissione di manifesti in spazi a pagamento a sostegno della candidatura di Pierluigi.
Sono lamentele a mio avviso giustificate.
I partiti provinciali e i Circoli vivono , come sapete, tra mille difficoltà finanziarie e capiscono a fatica perché vengono impiegate risorse e costosissimi spazi pubblicitari per la competizione tra noi, anziché essere utilizzati per il partito o per contrastare le scelte del governo. Anche per questo la Commissione congressuale ha previsto un tetto di spesa per i candidati.
Per altro penso che gli iscritti e gli elettori siano in grado di fare le loro libere scelte ascoltandoci nei dibattiti o nelle presentazioni delle diverse mozioni nei Circoli, senza bisogno di vedere le nostre facce, che conoscono bene, sui muri o alle fermate degli autobus…
Ancora molti giorni ci separano dalle primarie. Per questo vi propongo una “autoregolamentazione” tra noi candidati che preveda di bloccare tutte le forme di pubblicità personale a pagamento in spazi pubblicitari sui muri, nelle tv e sui giornali.
In un momento di crisi del paese, con famiglie e lavoratori in difficoltà e con i Circoli del Pd che vorrebbero risorse per le loro sedi e le loro attività, è meglio una competizione tra di noi basata sulla qualità delle proposte politiche piuttosto che su costosissime campagne personali a pagamento.
Sarebbe importante, credo, se facessimo tutti insieme la scelta che vi propongo con questa lettera.

Dario

Roma, 22 settembre 2009

domenica 13 settembre 2009

Lettera di Dario Franceschini agli iscritti al PD


Care iscritte, cari iscritti, in questi giorni si sta votando in tutti i circoli d’Italia. Mi rivolgo direttamente a voi perché conosco la vostra passione e il vostro attaccamento al partito. In ogni Festa, in ogni assemblea, in ognuno dei mille circoli di tutte le province italiane in cui sono andato da segretario, ho ascoltato le vostre speranze e ho capito le delusioni per quello che si poteva fare meglio e non è stato fatto. Perché di certo abbiamo fatto errori ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche e correggerli, andando però avanti nella nuova storia comune che abbiamo appena iniziato a vivere. Il mio impegno è questo: non tornare indietro. Non tornare indietro rispetto alla scelta di un partito radicato nel territorio, con un Circolo in ogni comune e in ogni quartiere. Un partito aperto, che unisce la straordinaria forza dei nostri iscritti e dei nostri militanti alle energie di tanti elettori pronti a lavorare con loro per un progetto in cui credono. Non tornare indietro rispetto all’idea di un partito ricco di diversità come tutti i grandi partiti nel mondo. Abbiamo scelto noi di chiudere una lunga stagione di divisioni per far nascere il Pd, la casa di tutti i progressisti: laici, cattolici, di sinistra, ambientalisti, liberal, socialisti. E così deve restare il Pd: il partito in cui quelle diversità sono la ricchezza che permette di costruire la sintesi e la linea comune. Per questo sono orgoglioso che a sostenere la mia candidatura vi sia tutta questa varietà di storie. Per questo sono orgoglioso che il Coordinatore della mia mozione congressuale sia Piero Fassino. Per questo mi si è aperto il cuore quando alla fine di agosto un vecchio signore ha attraversato la folla che riempiva la piazza, mi ha abbracciato e mi ha detto: ”Sono l’ultimo segretario del Partito Comunista di Gallipoli ma voterò per te, perché non mi interessa da dove vieni ma dove vuoi andare”. Questo è il Pd che abbiamo sognato e che ora dobbiamo costruire: un luogo in cui ognuno ha portato l’orgoglio della propria storia precedente ma in cui si sta insieme per il futuro che si vuole costruire, per l’idea di Italia che abbiamo. Come sapete, quando 6 mesi fa tutti mi hanno chiesto di fare il Segretario del Pd, in un momento molto difficile, avevo detto che il mio lavoro sarebbe finito in ottobre. Poi ho riflettuto molto su quelle parole di Berlusconi appena sono stato eletto: “Ecco l’ottavo leader del centrosinistra. Tra un po’ ci sarà il nono”. Ho masticato amaro quel giorno perché ho pensato che purtroppo non aveva torto: in quindici anni di là c’è stato sempre lui, di qua tutti i leader che si sono susseguiti sono stati più ostacolati dal fuoco amico che da quello avversario. Allora mi sono detto: questa volta a decidere se devo smettere o se dopo sei mesi devo continuare a fare il Segretario del Pd, non saranno quattro o cinque capi chiusi in una stanza ma saranno gli iscritti e gli elettori del Pd. Ecco, solo questo vi chiedo: quando voterete nei Circoli e poi alle Primarie del 25 ottobre, tra noi candidati scegliete chi vi convince di più, chi immaginate potrà fare meglio l’opposizione e preparare le future vittorie, ma scegliete liberi. E’ troppo importante la scelta per seguire l’indicazione di qualcuno che conta o per restare legati alle antiche appartenenze. Seguite solo la vostra coscienza, fate come quel vecchio segretario del Pci: scegliete uno di noi, ma non per la storia da cui proviene ma per quella futura che propone al partito e al Paese. Se farete così, chiunque vinca avrà vinto tutto il Pd.
Dario Franceschini
Segretario Nazionale del Partito Democratico

venerdì 11 settembre 2009

Patto piceno per il lavoro, lo sviluppo sostenibile e un nuovo stato sociale


La tua firma per il futuro del Piceno

L’associazione Lavoro & Welfare della provincia di Ascoli Piceno promuove una raccolta di firme rivolta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero del Lavoro e del Welfare, alla Regione Marche e alla Provincia di Ascoli Piceno con la quale si chiede che:

> venga finanziato un “Patto Piceno per il lavoro, lo sviluppo sostenibile e un nuovo stato sociale”;
> non vengano permessi, a partire dalla Manuli e dalla Novico, ulteriori smantellamenti delle fabbriche e delle attività produttive del Piceno;
> in virtù della straordinaria condizione di crisi determinatasi vengano concessi ammortizzatori sociali ordinari, straordinari e in deroga per tutti coloro che hanno perso il lavoro nelle fabbriche e nelle piccole attività produttive e provvedimenti per i precari ed i disoccupati;
> venga finanziato il Protocollo Valtronto-Val Vibrata, firmato nel marzo 2008;
> venga individuato il territorio della nostra provincia quale Zona Franca;
> venga inserito il Piceno nei territori della Nuova Banca del Sud in via di istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

FIRMA ANCHE TU!

Per informazione su quando e dove puoi firmare la Petizione:
Tel. 331.88.12.085, 320.16.31.399

E’ anche possibile firmare online inviando una email con i dati personali all’indirizzo pattoperilpiceno@libero.it o un sms al n. 320.16.31.399

giovedì 10 settembre 2009

CINQUE PAROLE


Il manifesto programmatico di Dario Franceschini
E' stato detto che il populista pensa alle prossime elezioni, il riformista alle prossime generazioni. Ecco. La destra italiana pensa sempre e solo alle prossime elezioni. Noi democratici pensiamo prima di tutto alle prossime generazioni. Qui si apre lo spazio per un nuovo riformismo.
Un riformismo che abbia il coraggio di sfidare le destre non rincorrendole, non limitandosi a proporre correttivi ai modelli economici e sociali che ha imposto, ma mettendo in campo una gerarchia di valori alternativa e proiettata sul futuro.
Abbiamo bisogno di riforme che correggano le gravi distorsioni nella distribuzione del reddito e del mercato del lavoro, che rilancino la mobilità sociale; riforme per valorizzare un capitale umano e sociale che si sta impoverendo; scelte di politica industriale che sostengano l’innovazione e la ricerca, che sono beni pubblici e non solo requisiti di mercato.
Queste sono le sfide che noi vogliamo raccogliere: a differenza della destra, vogliamo dire con forza che noi crediamo che dalla crisi possa uscire un'Italia migliore, non quella di prima. Un'Italia che proprio attraversando le difficoltà riscopre i valori fondanti della solidarietà, delle comunità locali, dell'essere una nazione. Che recupera il senso di una grande missione collettiva in cui i talenti di ognuno sono a disposizione non solo di se stessi ma del proprio Paese. Il Partito democratico è una grande forza che crede nel futuro. Che crede nelle riforme come chiave per il cambiamento di cui l'Italia ha bisogno da anni per uscire dalla stagnazione e dall'immobilismo. Vogliamo ricostruire un'identità del nostro campo, quello dei democratici, e farci capire dagli italiani con parole chiare.
Parole che raccontino il nostro essere riformisti.
La prima è fiducia.
Fiducia è la risposta alla paura che la destra alimenta e cavalca parlando di sicurezza. Paura della crisi, paura di perdere il lavoro, dell'immigrato, della criminalità, della povertà, della solitudine. Paura per il futuro del mondo e per i nostri figli che dovranno viverci. Contro queste paure la fiducia è la strada che vogliamo intraprendere per uscire dalla crisi con un’Italia più forte e moderna.
Tutte le nostre politiche, tutte le nostre proposte concrete devono essere costruite attorno a questo messaggio positivo.
Dalle misure per proteggere i lavoratori e i cittadini dalla crisi, alle riforme economiche necessarie a dare prospettive a famiglie e imprese. Fino alle riforme istituzionali che ridiano fiducia ai cittadini in uno Stato e in una politica che debbono essere basati sulla trasparenza e sull'efficienza.
La seconda parola è regole.
Noi vogliamo buone regole che oltre a sancire diritti, stabiliscano doveri e responsabilità, garantiscano la sicurezza collettiva e fondino la convivenza di comunità aperte, capaci di integrazione e di vera solidarietà.
Di regole ha bisogno l'economia perché la loro assenza è la causa principale della destabilizzazione dei mercati finanziari e degli squilibri nell'economia reale.
E proprio all'economia e alle imprese servono regole semplici e stabili che garantiscano il corretto svolgersi della concorrenza, che rompano i conflitti di interessi che in Italia sono diventati silenziosamente accettati, come fossero normali, che rendano più semplice ed efficiente il rapporto tra istituzioni e cittadini.
Perché un sistema pubblico funzionante è necessario per attuare le riforme, e per garantire la effettiva fruizione dei diritti dei cittadini, dalla giustizia all’istruzione, ai servizi pubblici.
Lo stesso patto di lealtà fiscale ha come necessario presupposto che il cittadino sappia che i suoi soldi non vadano a finanziare spreco e inefficienza.
La terza parola appartiene al vocabolario storico del campo progressista, ed è uguaglianza.
Uguaglianza non come appiattimento delle differenze ma come valorizzazione delle diverse capacità delle persone, come uguaglianza delle opportunità, da sostenere non solo nelle condizioni di partenza ma nel corso della vita di ciascuno.
L'Italia ha purtroppo un primato negativo: ha visto crescere le diseguaglianze tra i redditi, ha visto aumentare le distanze tra pezzi del suo territorio, tra Nord e Sud. Vede consolidarsi la diseguaglianza tra i generi in una condizione che penalizza la libertà delle donne, i loro diritti, la loro rappresentanza anche nella politica.
Nell’Italia di oggi parlare di uguaglianza significa denunciare un blocco dell'ascensore sociale che ostacola la possibilità delle persone di sviluppare le proprie capacità. Sono queste le diseguaglianze che sottraggono ai nostri giovani le aspettative dei coetanei di altri paesi europei, che impediscono al figlio dell'operaio di avere le stesse opportunità nella sua vita del figlio del notaio.
Noi vogliamo cambiare questo destino che la destra ritiene inevitabile.
Vogliamo invertire la tendenza partendo da proposte immediate, da politiche attive che rimettano al centro della politica il grande tema della dignità del lavoro in tutte le sue forme, di un nuovo welfare, di investimenti in formazione, ricerca, infrastrutture, per colmare il divario con le aree svantaggiate del Paese. E anche investimenti per vincere la battaglia della legalità che è una grande questione nazionale. .
La quarta parola è merito.
Per sottrarsi alla retorica della meritocrazia occorre che il merito divenga la chiave della vita sociale e sia concepito come la leva fondamentale per superare molte delle ingiustizie sociali che opprimono la nostra società, per rimettere in moto la mobilità sociale.
Merito per noi significa riconoscere e valorizzare le capacità delle persone, significa avere la speranza di migliorare la propria vita e quella dei propri figli.
Merito non vuol dire competizione sfrenata ma riconoscimento dei talenti, dell'impegno, del valore del lavoro.
Oggi la società italiana è prevalentemente organizzata su sistemi di cooptazione basati su relazioni familiari, professionali, politiche, sindacali, associative o di altro genere.
Relazioni che condizionano l'accesso a carriere pubbliche e private, alle professioni come allo svolgimento di attività di impresa in una serie di settori protetti da potenti barriere.
La nostra battaglia deve rompere questo immobilismo, settore per settore, pubblico e privato.
Deve innestare radicali cambiamenti per aprire tutti i campi e per investire sulla intelligenza e la creatività dei ragazzi italiani.
L’ultima parola è qualità.
Puntare sulla qualità significa puntare sull'eccellenza italiana, sulla parte alta della filiera produttiva, dove contano di più la creatività e il capitale umano.
Significa investire in conoscenza. Scuola, università, ricerca, innovazione, cultura.
Significa valorizzare la capacità di produrre o di inventare cose che piacciono a un mondo voglioso di qualità. Significa valorizzare l’originalità italiana, ciò che ci rende unici al mondo e che non può essere imitato: il nostro patrimonio culturale, il nostro ambiente, i nostri territori e le loro ricchezze.
Dare un contenuto nuovo a queste parole significa mettere in campo il nostro riformismo per cambiare l’Italia e contrastare la conservazione.
Per questo serve accelerare la costruzione del partito.
Un partito che coltiva le diversità culturali al suo interno come una ricchezza, ma che cerca e trova la sintesi. Un partito laico e plurale. Un partito che fa della contaminazione tra le visioni del mondo e le culture politiche al proprio interno, un argine efficace contro tutti gli integralismi e i fondamentalismi, religiosi come ideologici.
E soprattutto un partito aperto. Che spalanca i propri gruppi dirigenti a quelle persone, soprattutto a quei giovani e quelle donne, che non hanno appartenenze precedenti e che hanno scelto di cominciare il loro impegno politico con il Pd.
Quelli che vorrebbero entrare e impegnarsi ma spesso non sanno nemmeno a che porta bussare e invece abbiamo un bisogno enorme della loro freschezza e delle loro energie.
Un partito in cui il rinnovamento necessario dei gruppi dirigenti non ha nulla a che vedere col "nuovismo" scelto dall'alto, ma significa valorizzare e investire sull'esperienza e sul radicamento territoriale di sindaci, di amministratori, di segretari provinciali e coordinatori di circolo, di parlamentari e quadri del partito.
Un partito che difende come oro la forza dei propri militanti, ma che sa anche che nella società di questo secolo esistono altre forme di partecipazione a un progetto politico, meno stabili ma non per questo meno vere e appassionate.
Un partito capace di affiancare nelle sue scelte gli iscritti e gli elettori, attraverso lo strumento irrinunciabile delle primarie.
Gli elettori del Pd non sono estranei, sono parte di noi. Sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati.
Poi un partito nazionale e federale insieme che, dentro una missione unitaria, lasci ai partiti regionali risorse finanziarie, autonomia politica e statutaria nella scelta del modello organizzativo, delle alleanze, dei candidati, delle priorità programmatiche.
Un partito infine radicato sul territorio, che vuole avere un circolo in ogni paese, in ogni quartiere con una sede aperta.
Circoli che non siano solo luoghi per misurare i rapporti di forza nei congressi o per comporre organi e giunte, ma che si occupino del territorio e dei problemi delle comunità locali in cui sono. Circoli come antenne per ascoltare e capire l'Italia. Circoli che sono nati liberi e vogliono restare liberi.
Un Patto con i Circoli: questa è la mia proposta per il congresso. Un Patto che rispetti la pluralità di culture che arricchiscono il partito. Che non le teme. Che non cerca di fare prevalere una identità sulle altre.
L'arcipelago di storie e provenienze che sostengono la mia candidatura non è un limite è una ricchezza.
Sarà mia la responsabilità di fare sintesi, e di trasformare in un messaggio condiviso e unico questa varietà di posizioni. Che sono però la migliore garanzia che il Partito Democratico resterà fedele all'idea che l'ha fatto nascere.

Sergio Zavoli con Franceschini


''Carissimo, poche righe per informarti che la mia scelta tra i candidati alla segreteria del Partito Democratico ricade sul tuo nome''.
Comincia cosi' la lettera che Sergio Zavoli ha inviato al segretario del PartitoDemocratico Dario Franceschini per comunicargli l'adesione alla sua candidatura.
''Mi lega alla tua persona e all'esperienza politica che rappresenti, oltre alla qualita' civile, umana, intellettuale che essa esprime, una sostanziale discriminante: il riformismo, cioe' la piu' declamata e disattesa tra le promesse storiche del centro sinistra''.
Zavoli scrive di ''non voler venire meno a cio' in cui gran parte del Paese non ha mai smesso di sperare: una forza-partito che non smetta di porsi il problema di un centro sinistra da strutturare e far vivere sulla base di tre brevi e fondanti premesse: chi siamo, con chi stiamo, che cosa vogliamo''.
Zavoli conclude con l'augurio di ''realizzare finalmente il massimo di apertura e concordia, trasparenza e risolutezza'' con la convinzione che si " debba rispondere alle domande di un popolo che crede in cio' che la politica puo' fare e percio' stesso va fatto. Con un linguaggio coraggioso e semplice, perche' ognuno ascolta, diceva Goethe, solo cio' che capisce''.

Chi sono




PIETRO COLONNELLA: nato ad Acquaviva Picena, 19 febbraio 1956. Diplomato all' Istituto Tecnico Industriale "Montani" di Fermo ha frequentato la facoltà di Scienze Politiche a Macerata.
Ha aderito al Partito Comunista Italiano ed è stato eletto segretario provinciale della FGCI nel 1980 mantenendo tale incarico sino al 984.
Consigliere comunale e capogruppo del PCI a San Benedetto del Tronto dal 1983 al 1988, è stato segretario provinciale del PCI ad Ascoli Piceno dal 1989 al 1991. Alle elezioni amministrative del 1995 viene eletto Presidente della Provincia di Ascoli Piceno.

Ha mantenuto il suo incarico anche dopo la "svolta della Bolognina" e la nascita del Partito Democratico della Sinistra (1991-1993). Dal 1993 al 1995 è stato inoltre vicesegretario regionale del PDS. E’ presidente della provincia di Ascoli Piceno sino al giugno 2004.

Nel 2004 è stato eletto consigliere provinciale tra le file dei Democratici di Sinistra. Candidato al Senato alle elezioni politiche del 2006 entra a far parte del secondo governo Prodi in qualità di sottosegretario agli Affari Regionali e Autonomie Locali.

Nel 2007 è risultato eletto alla Costituente Nazionale alle elezioni primarie del Partito Democratico del 14 ottobre nel collegio di San Benedetto del Tronto.Tra i fondatori dell'Associazione Lavoro & Welfare ne è oggi responsabile nazionale dell'organizzazione



Cliccando sul link sottostante puoi vedere l'intervista a
Pietro Colonnella sul Nuovo codice delle Autonomie Locali. http://www.risorsecomuni.it/2007/multimedia.htm
Atre interviste:

Petizione popolare per il lavoro nel piceno


Patto Piceno per il Lavoro, lo sviluppo sostenibile e un nuovo stato sociale


L’Associazione Lavoro & Welfare e i sottoscritti cittadini:
Vista la situazione di sofferenza economica che sta caratterizzando il territorio della Provincia di Ascoli Piceno che vede quotidianamente realtà industriali chiudere o ridimensionare la presenza aziendale con provvedimenti inaspettati ed improvvisi come nel caso Manuli, ultimo di una serie clamorosa di chiusure di fabbriche importanti con ulteriori ricadute negative sull’indotto e su tutto il territorio;
considerato che la crisi economica mondiale ha aggravato ulteriormente la debolezza strutturale del tessuto economico locale e pertanto occorre avviare un processo di riconversione produttiva, dopo aver garantito gli urgenti interventi di contenimento dell’emergenza occupazionale con la perdita di migliaia di posti di lavoro e la minaccia della sicurezza sociale per migliaia di famiglie picene;
ritenuto che la politica debba saper esprimere consapevolezza, adeguatezza e capacità di intervento in un clima di solidarietà nazionale
CHIEDONO
al Governo, alla Regione Marche ed alla Provincia di Ascoli Piceno di dare attuazione a provvedimenti per:
→ costruire un “Patto Piceno per il Lavoro, lo sviluppo sostenibile e un nuovo stato sociale”;
→ inserire il Piceno tra i territori di intervento della Nuova Banca del Sud in via di istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri;
→ istituire la Zona Franca Urbana per il Comune di Ascoli Piceno;
→ prevedere priorità regionali nell’utilizzo dei fondi Fas e Fesr;
→ sviluppo del polo scientifico e tecnologico nell’ambito della rifunzionalizzazione dell’area Carbon di Ascoli Piceno, strategico per la costruzione di nuove prospettive per l’intera economia picena;
→ interventi per l‘ammodernamento e la progettazione di infrastrutture viarie (Salaria, Mezzina, bretella di San Benedetto, potenziamento tratto Pedaso-S.Benedetto dell’A14, Elettrificazione tratta ferroviaria Ascoli - San Benedetto del Tronto, potenziamento dei porti), strategiche per il potenziamento delle capacità produttive, turistiche ed attrattive;
→ revisione dei profili della formazione professionale nell’ambito provinciale;
→ potenziamento ed eventuale attivazione di nuovi corsi universitari di laurea coerenti con il progetto di un nuovo sviluppo per il territorio ed incrocio con la dimensione economica del territorio per sostenerne i fabbisogni di ricerca ed innovazione;
→ dotazione finanziaria adeguata agli interventi infrastrutturali previsti dai recenti accordi Stato- Regione con una intesa aggiuntiva che deve muovere i primi passi con le misure previste per il Piceno;
→ attivazione di tutti i cantieri previsti nei rispettivi piani di opere pubbliche degli enti locali anche consentendo eventuali deroghe al patto di stabilità, come già approvate dal Parlamento, in quanto volano di ripresa economica corroborata dagli investimenti pubblici necessari;
→ decisa azione di marketing territoriale per l’attrazione di nuovi insediamenti produttivi, la creazione delle condizioni di sviluppo per la classe imprenditoriale locale e la valorizzazione delle aree montane
→ incremento dei fondi ed estensione della CIG in deroga
→ interventi urgenti nel settore delle energie rinnovabili
→ disponibilità immediata dei fondi provenienti dalla rimodulazione dei patti territoriali della Provincia di Ascoli Piceno.



Puoi firmare nei vari tavoli che nei prossimi giorni verranno organizzati nei principali centri del territorio piceno. Se vuoi puoi anche firmare on line inviando una email con i tuoi dati all'indirizzo pattoperilpiceno@libero.it o inviando un sms con il tuo nome e cognome e città al numero 3201631399.

Congresso PD: MOZIONE FRANCESCHINI – DOCUMENTO SU LAVORO E STATO SOCIALE


Questo Documento, a sostegno della Mozione Franceschini, è la base per una discussione sui temi del lavoro e dello stato sociale. E’ un contributo di idee per un Congresso che privilegi un confronto sui contenuti.Nel mese di settembre intendiamo promuovere un’iniziativa nazionale su questi temi, alla presenza di Dario Franceschini e Piero Fassino, che sarà anche l’occasione per ulteriori suggerimenti e integrazioni tematiche.Il documento vuole essere anche uno stimolo per promuovere iniziative di dibattito in ogni territorio, a partire da quello regionale, per collegare il confronto congressuale al tema della crisi economica e sociale che avrà un momento di acutizzazione nel prossimo autunno.Invitiamo tutti coloro che condividono i contenuti a sottoscrivere il Documento su lavoro e stato sociale. scarica qui il documento a cura di Cesare Damiano e Tiziano Treu.
Se vuoi puoi inviare all'Associazione Lavoro & Welfare o all'email pietrocolonnella@gmail.com eventuali contributi al dibattito e commenti e/o suggerimenti al documento su lavoro e stato sociale qui pubblicato.