venerdì 5 febbraio 2010

100 secondi con Pietro Colonnella, candidato del PD alle Regionali.

A cura della redazione del quotidiano on-line Ilsegnale.it

La campagna elettorale per le elezioni regionali di marzo è entrata ormai nel vivo. Continuiamo allora ad ascoltare i principali candidati. È la volta di Pietro Colonnella , big del Partito Democratico. Classe ’56, la sua esperienza politica inizia aderendo giovanissimo al Partito Comunista Italiano. Segretario provinciale della FGCI dal 1980 al 1984, consigliere comunale e capogruppo del PCI a San Benedetto del Tronto dal 1983 al 1988, è stato segretario provinciale dei comunisti ad Ascoli Piceno dal 1989 al 1991. Presidente della provincia di Ascoli Piceno alle elezioni del 1995, mantiene il prestigioso incarico per due mandati. Nel 2004 è stato eletto consigliere provinciale tra le fila dei Democratici di Sinistra. Candidato al Senato alle elezioni politiche del 2006 è entrato a far parte del secondo governo Prodi in qualità di sottosegretario agli Affari Regionali e Autonomie Locali.

Onorevole Colonnella, la campagna elettorale è ormai al suo culmine, che impressioni sta raccogliendo girando in lungo e in largo il territorio?
«Sto riscontrando il dramma del lavoro nel Piceno, dei giovani che non riescono a trovare una prospettiva e di coloro che a 40-50 anni perdono il lavoro e non sanno cosa fare. Incontro tante persone che hanno difficoltà lavorative e cerco di far in modo che tali difficoltà non si trasformino in sfiducia. Comunque sia, sento che in giro c’è una voglia di cambiare e di far contare di più il nostro territorio a livello regionale e nazionale non a caso il mio slogan elettorale è “Insieme per un Piceno più forte in Regione”».

Sappiamo che i temi del lavoro sono prioritari nella sua agenda politica…
«Certamente, non a caso sto organizzando una grande iniziativa “Piceno: il lavoro prima di tutto” a cui parteciperà l’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano, presidente dell’Associazione Lavoro e Welfare, della quale sono tra i soci fondatori. Con essa abbiamo raccolto 7.539 firme per sottoporre all’attenzione del Governo il tema dell’emergenza occupazionale nel Piceno. Firme che sono state consegnate alla Presidenza del Consiglio, nelle mani del sottosegretario Gianni Letta».

Un problema, quello occupazionale, che riguarda sopratutto i più giovani, come risolverlo?
«Le idee sono tante. Ad esempio la Regione Lazio sta mettendo a punto in progetto per un salario minimo garantito destinato ai più giovani. Valuterei questa idea e cercherei di applicarla anche nella nostra regione,in modo che nessuno si trovi a 25,30 o 35 anni senza neanche qualche centinaia di euro per il minimo sostentamento».

Tornando alla sua iniziativa “Piceno: il lavoro prima di tutto”, quando ci sarà?
«Venerdì 5 febbraio, alle ore 18 a Castel di Lama e alle 21 a Monteprandone nelle sale consiliari dei due Comuni. Il luogo è importante, affinché le istituzioni locali, oltre a punto di raccolta delle proteste, diventino dei collettori di proposte per far rinascere questo nostro territorio piceno».

Passando a temi più politici: è ormai ufficiale l’accordo tra Pd e Udc. Un matrimonio che non piace all’ala radicale della coalizione, Rifondazione Comunista in primis. Come affrontare questa situazione?
«Credo che dalle Marche debba partire un esempio positivo di livello nazionale visto che da noi ci sono le basi affinché le forze di centro convergano con quelle radicali. Confido che si possa raggiungere questo obiettivo evitando, come sta avvenendo in altre regioni, che la scelta tenda ad escludere l’una o l’altra realtà politica».

Dunque anche lei si augura una coalizione più allargata possibile. Ma passiamo alle scelte del Pd provinciale: osservando la lista dei candidati del Pd nel Piceno, salta all’occhio la presenza di due pezzi da 90: lei e Paolo Perazzoli. Pensa che la presenza contemporanea di due autentici big possa creare dei problemi? Insomma, vi state mettendo i bastoni tra le ruote a vicenda?
«La scelta che il Pd ha fatto è di mettere in campo le personalità più forti del territorio piceno e sono convinto che questa competizione-collaborazione porterà a risultati positivi, con un successo elettorale del partito provinciale. D’altronde è finito il tempo di candidature di punta e di altre solo di riempitura. Nella politica nuova tutti possono concorrere per conquistare il consenso necessario, sempre al servizio dei progetti della comunità».

Concentriamoci ora sul turismo, sotto la sua presidenza quella di Ascoli è divenuta la prima provincia delle Marche per numero di presenze turistiche, superando Pesaro-Urbino, quali sono le proposte che sente di esprimere oggi, per rilanciare il turismo sambenedettese e piceno?
«Penso che bisogna rilanciare l’esperienza di Piceno da Scoprire, sia pure con qualche ammodernamento. Parlo della rassegna che in passato ha messo a lavoro migliaia di giovani per valorizzare i beni artistici culturali e ambientali del nostro territorio. Basti pensare ai castelli, alle rocche e ai musei aperti anche di notte durante quell’indimenticabile periodo».

Parlando di San Benedetto, quali sono secondo lei gli interventi più urgenti che potrebbero essere realizzati con l’interessamento della Regione?
«Innanzitutto la bretella per il collegamento dei caselli autostradali di Porto d’Ascoli e Grottammare che potrebbe essere realizzata con un finanziamento della Società Autostrade. E poi la riqualificazione del porto, dando nuova vita all’area portuale a livello turistico-commerciale e produttivo. Un restyling che comprenda anche la riqualificazione del lungomare nord fino all’ex Campo Europa».

Giovedì 4 Febbraio, 09:44

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